domenica 29 marzo 2015

La Strategia Europea coordinata per l’Occupazione (SEO)

La Strategia Europea coordinata per l’Occupazione (SEO)


Nel 1993 nasce il libro Bianco di Jack Delors allora presidente della Commissione europea ed era il primo compito della comunità per individuare efficaci misure per promuovere l ‘occupazione, attraverso questo documento il problema dell’occupazione e della disoccupazione  sono al centro degli interessi della comunità un vero è proprio cambio di direzione intrapreso  dal Trattato di Maastricht  1992 dove nasceva una politica monetaria orientata verso una stabilità e verso il risanamento dei bilanci pubblici con una grande attenzione alle politiche in grado di accrescere la competitività promuovendo l’innovazione e lo sviluppo. Il progetto di Delors si ispira a KEYNES  secondo il quale i soli meccanismi del mercato non sono in grado di ottenere il pieno sviluppo dei fattori produttivi del lavoro, quindi deve intervenire la politica economica per correggere le disfunzioni del sistema capitalista realizzando così un equilibrio tra la domanda e l’offerta caratterizzato da una sottoccupazione è necessario l’intervento dello stato attraverso adeguate misure di politica economica e finanziaria  bisogna cosi lasciare anzi abbandonare i principi del  lassez faire che caratterizzano la teoria classica economica.
Solo con il Consiglio europeo di Essen del dicembre 1994 che sono state definite le linee di intervento della strategia di lotta alla disoccupazione attraverso un miglioramento delle prospettive occupazionali attraverso 5 punti:
1-abbassamento dei costi salariali indiretti (per favorire le assunzioni in particolare dei lavoratori meno qualificati);
2-incremento di una politica del mercato del lavoro  definendo le misure di integrazione del reddito;
3- promozione di investimenti nell’educazione e nella formazione;
4- migliorando e promuovendo la flessibilità del lavoro in grado di creare posti di lavoro e incoraggiare iniziative locali e regionali;
5-rafforzare le misure a favore dei gruppi particolarmente colpiti dalla disoccupazione di lunga durata.
Sulla base di tali priorità i singoli stati membri si sono impegnati ad elaborare Piani Nazionali per l’Occupazione  che rappresentano il fondamento delle politiche occupazionali di ciascun paese e sono il riferimento principale delle dinamiche proprie del mercato del lavoro nazionale e delle strategie programmate e attuate per far fronte ai problemi strutturali che penalizzano l’occupazione.
La lotta alla povertà  e all’esclusione sociale passa attraverso lo sviluppo dell’occupazione che è diventato l’oggetto di alcune importanti prese di posizione nell’ambito del Consiglio Europeo  che ha indicato le linee guida per favorire la crescita occupazionale in tutta L’Unione, la situazione del mercato del lavoro varia da zona a zona infatti ci sono alcune zone dove la domanda di lavoro coincide con l’offerta di manodopera mentre in altre zone tra la domanda di lavoro e l’offerta di manodopera ci sono delle differenze in quanto  l’offerta di lavoro è aggravata dalla presenza di disoccupati a rischio di esclusione sociale per obsolescenza delle conoscenze e competenze professionali tale fenomeno viene chiamato Disoccupazione Strutturale è una delle cause di questa disoccupazione è proprio la mancanza di manodopera competente professionalmente in grado di adattarsi ai cambiamenti nel modello di domanda nei vari processi produttivi, il problema della disoccupazione strutturale è grave per coloro che restano a lungo senza lavoro perdendo del tutto l’attitudine e l’abilità ad inserirsi nell’ambiente di lavoro quindi si ha bisogno per migliorare la situazione di creare soluzioni che rendono necessarie, per le regioni meno avanzate,  sostegni per promuovere gli investimenti e migliorare la base economica mentre per le regioni  dove la disoccupazione è più elevata necessitano di aiuti per facilitare il trasferimento dell’occupazione verso i settori in crescita, però in tutte le regioni è indispensabile una certa flessibilità nel lavoro per favorire un incremento dell’occupazione ed assicurare ai gruppi svantaggiati  un adeguato sostegno.
La commissione nel 1996 ha presentato la Comunicazione Azione per l’Occupazione in Europa : un Patto di Fiducia, obiettivo del patto era quello di favorire un approccio collettivo alle problematiche occupazionali  attraverso la mobilitazione delle autorità pubbliche e delle parti sociali, questa fu anche adottata nel trattato di Amsterdam nel 1997 che diventò parte integrante di esso.
Nel 1997 il trattato di Amsterdam precisa che tra i compiti dell’Unione rientra al promozione dell’occupazione questo rappresenta una grande svolta per la politica occupazionale in quanto con esso  si è provveduto ad aggiungere al trattato un nuovo titolo dedicato interamente all’occupazione il titolo VIII.


Il titolo VIII  dichiara che l’occupazione è una questione di interesse comune per gli stati membri che richiede una strategia integrata di tutti gli operatori interessati con l’obiettivo di eliminare un elevato livello di disoccupazione, i capi di stato e di governo hanno deciso di applicare le nuove norme del titolo anche prima che entrasse in vigore il trattato di Amsterdam in modo da avviare anticipatamente le strategie occupazionali. Al fine di dare immediato corso al coordinamento il Consiglio Europeo si è riunito in seduta straordinaria a Lussemburgo  1997 ponendo le fondamenta dell’azione futura dell’Unione ed è stato avviato il processo definito appunto Lussemburgo destinato a contrastare la disoccupazione attraverso politiche più attive a sostegno del lavorala cosiddetta  SEO(strategia europea dell’occupazione)  si basa su 4 pilastri operativi:
1.      Occupabilità  si riferisce alle competenze delle persone i cerca di lavoro,  gli stati possono assicurare che le persone in cerca di lavoro dispongono di competenze ed esperienze richieste dal mercato, per realizzare tale obiettivo bisogna offrire opportunità di formazione, tirocini pratici, ridurre il tasso di abbandono scolastico….;
2.      Imprenditorialità  prevede la creazione di nuovi posti di lavoro attraverso la promozione dell’imprenditoria cioè sostegno allo sviluppo delle imprese, per realizzare questo obiettivo gli stati devono agevolare la creazione di nuove imprese attraverso: l’identificazione di ostacoli, riduzione di oneri fiscali, individuare la creazione di posti nell’impresa del sociale( es. volontariato, cooperativi sociali…);
3.      Adattabilità  mira ad accrescere la capacità di adattamento delle imprese e dei loro lavoratori alle nuove tecnologie ed ai nuovi cambiamenti strutturali dell’economia attraverso la creazione  di partnership a diversi  livelli;
4.      Pari Opportunità deve assicurare alle donne e agli uomini uguali opportunità di lavoro e di carriera attraverso l’integrazione nel mercato del lavoro anche per i disabili.
Sulla base della SEO  l’Unione ha il compito di individuare ogni anno gli Ordinamenti per l’Occupazione in base ai quali ciascuno stato membro è tenuto a redigere il proprio Piano di Azione Nazionale il PAN  che viene sottoposto all’esame della Commissione e del Consiglio, tale documento contiene l’impegno dello stato membro  ad accrescere gli investimenti nelle risorse umane nel corso dell’anno al fine di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il relativo successo  della SEO a partire dal 1997 ha dimostrato che l’occupazione resta un problema rilevante per l’Europa così in occasione degli obiettivi strategici per il periodo 2000/2005 la commissione ha avvertito la necessità di ribadire l’obiettivo della piena occupazione al fine di riavvicinare il tasso di disoccupazione europeo  a quello ei paesi più efficienti nel mondo, anche il Parlamento europeo nel 2002 ha proposto di dare seguito agli impegni assunti attraverso l’avvio di attività comunitarie con strategie che sono durate fino al 2006.
R.M.

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