domenica 29 marzo 2015

La cognizione dei fenomeni di esclusione sociale nella politica sociale dell’unione europea

La cognizione dei fenomeni di esclusione sociale nella politica sociale dell’unione europea


La comunità nasce con il trattato di Roma del 1957 che conteneva rare disposizioni di politica sociale infatti troviamo:
- libera circolazione dei lavoratori che comprendevano la libera circolazione di persone, servizi, capitali e merci in tutti i paesi aderenti alla CEE
- c’era una copertura sociale per i lavoratori migranti
- fu istituito il FSE (fondo sociale europeo) che sosteneva gli stessi lavoratori.
La politica sociale era una politica di accompagnamento, infatti accompagnava altre politiche (x es. la politica economica)
Per delle vere e proprie prese di posizioni dell’Europa per ciò che riguarda la politica sociale si è dovuto aspettare il 1974 dove il consiglio adottò il primo Programma D’Azione Sociale, cioè un documento programmatico che,in un certo numero di anni, si prefiggono le normative da raggiungere. Esso  rappresentava il punto di partenza dell’intervento della Comunità nel settore sociale, il documento conteneva direttive in materia di parità di trattamento a uomini e donne, sicurezza sul luogo di lavoro nonché alcuni programmi specifici in favore di disabili, poveri e anziani.
Nel 1987 nasce l’Atto Unico Europeo che era un documento di riforma dei trattati. Esso si definisce come tale poiché si voleva risolvere un problema di materia comune, infatti si sarebbero dovuti adottare 2 trattati, uno in materia di politica estera e l’altro in materia di politica economica. In materia di politica sociale l’atto unico europeo si sviluppa grazie a Jack Delors che propose una nuova dimensione sociale al diritto comunitario rilanciando il settore della sicurezza e salute dei lavoratori creando un dialogo tra le parti sociali e  la coesione economica e sociale, cioè cercò di creare una politica destinata ad eliminare il divario tra stati, infatti in molte regioni c’era tanta scarsità di risorse e quindi tanti poveri, mentre altre regioni erano più ricche. Quindi  attraverso l’armonizzazione si cercava di  far in modo che in vari settori le legislazioni degli stati membri  abbiano regole comuni  rendendo quindi omogenei i sistemi degli stati stessi. In politica sociale il meccanismo dell’armonizzazione  è valido soltanto in alcuni ambiti es. sicurezza sul lavoro, salute dei lavoratori, ambiente….però esistono anche altri settori che non sono soggetti all’armonizzazione in quanto vengono lasciati alla libera iniziativa dello stato non c’e armonizzazione ma c’e coordinamento della loro attività per raggiungere obiettivi comuni senza che ci siano regole comuni uguali per tutti es. la previdenza….
Nel 1989 i capi di stato e di governo degli 11 stati membri dell’Europa ad esclusione del Regno Unito hanno  adottato a Strasburgo la CARTA COMUNITARIA DEI DIRITTI SOCIALI FONDAMNETALI DEI LAVORTORI  detta anche  PATTO SOCIALE  che contiene tutti quei diritti sociali fondamentali dei lavoratori, che devono essere garantiti nel mercato del lavoro però non è vincolante per gli stati in quanto non e stato sottoscritta da tutti (il regno unito non l ha firmata), crea dei miglioramenti di vita e di lavoro, protezione sociale, libertà di associazione, formazione professionale, parità di trattamento tra uomini e donne, tutela della salute e sicurezza nell’ambiente di lavoro, protezione dei bambini e degli adolescenti, tutela degli anziani e disabili….
Nel 1992 a Maastricht  è stata segnata una nuova tappa nel settore sociale con la adozione del protocollo sulla politica sociale allegato al trattato sull’ Unione Europea dove veniva constatata la volontà degli 11 stata tranne il Regno Unito di compere progressi significativi in tale campo. E autorizzava gli stati a far ricorso alle istituzioni al fine di adottare decisioni di politica sociale. Tale trattato integrato con l’accordo sulla politica sociale sostiene che la promozione dell’occupazione è una questione di interesse comune.
Nel 1997 con il trattato di Amsterdam fu integrato  nel corpus del trattato l’ Accordo sulla politica sociale (questo è il primo trattato che integra completamente al suo interno al politica sociale) con  vari obiettivi comunitari es. promozione dell’occupazione in quanto questione di interesse comune, ribadisce l importanza delle parti sociali ad un duplice livello sia nazionale(dove gli stati  possono affidare alle parti sociali l’attivazione delle normative) e sia a livello comunitario (dove la commissione promuove la consultazione e il dialogo tra le parti il cosiddetto “dialogo sociale” dove partecipano alla realizzazione di un mercato interno e alla sua dimensione sociale). Questo viene inteso come tentativo di far partecipare le parti sociali alle fasi delle trattative dando vita a una “partnership sociale” a livello europeo istituendo dei FORUM composti da vari organismi consultivi che permettono l’integrazione tra istituzioni e parti sociali  cercando di risolvere carenze di ogni tipo.
Nel 1997  nel Programma D’Azione sociale  la commissione ha ritenuto che gli organi rappresentativi debbano essere consultati su un ampia serie di problemi sociali quali: l’esclusine sociale, il razzismo, la disabilità, l evoluzione demografica e l’invecchiamento….
L’Unione si è occupata di esclusione sociale soltanto a partire dalla seconda metà degli anni 80 predisponendo programmi specifici quali:
-          Programma Povertà I che la comunità ha posto in essere nel 1975 sostenendo la realizzazione di progetti pilota negli stati membri;
-          Programma Povertà II 1984/1989 dove è stata riportata l’ attenzione allo scambio trasnazionale di esperienze tra i progetti locali;
-          Programma Povertà III  1989/1994 sono state fatte sperimentazioni a livello locale sulle strategie di integrazione economica e sociale basate sulla partnership  comunitaria.
Tutto questo servì per promuovere programmi contro la povertà, infatti nello stesso periodo si intensifica la lotta all’ esclusione sociale. 
Dal 1993 al 1994 furono istituiti anche alcuni  documenti programmatici  quali il Libro Verde sulla politica sociale del 1993 che ha una valenza meno specifica e individua le linee guida generali; ed il Libro Bianco del 1994 che è più specifico e individua le strategie che la comunità deve intraprendere. Entrambi però delineano una linea guida che la comunità deve adottare in materia di lavoro,  libera circolazione e parità  di trattamento tra uomini e donne…La commissione nel 1994 attraverso il Programma d’Azione Sociale per il 1995/1997  ha cercato di creare una cooperazione tra le autorità competenti degli stati membri per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, successivamente nel 1997 fu istituito il consiglio europeo di Straordinario di Lussemburgo che prevedeva  strategie coordinate in favore dell’occupazione mediante politiche attive al sostegno del lavoratore che  vennero chiamate SEO (strategie europee per l occupazione) fondata su 4 pilastri :
-          occupabilità prevenendo la disoccupazione di lunga durata riducendo il rischio di esclusione sociale;
-          imprenditorialità agevolare le creazioni d’impresa;
-          adattabilità accrescere la capacità di adattamento delle imprese e dei lavoratori alle nuove tecnologie;
-          pari opportunità garantire parità di accesso e integrazione nel mercato del lavoro di uomini e donne.
 Invece nel Programma D’azione sociale del 1998/2000 vengono raggruppate le varie linee d’azione in materia sociale tra cui: crescita dell’occupazione, competenza e mobilità, lotta all’esclusione sociale, integrazione sociale….
Dal periodo 2000/2005 viene inaugurato un nuovo Programma D’azione Sociale dove si cerca di dare maggiore visibilità alla politica sociale Europee e con il vertice di Lisbona del 2000  si è cercato un accordo sui principi guida della nuova Agenda Sociale e sul ruolo della politica sociale quale fattore produttivo,. La strategia di Lisbona è che l’Europa doveva passare verso  un’ Europa della conoscenza promuovendo il passaggio ad un’ economia competitiva dinamica basata sulla conoscenza e il coordinamento aperto tra gli stati membri. I vari Impegni dell’agenda 2000 sono :
-          una piena occupazione mediante un miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occupazione;
-          adottare i sistemi sociali per consentire che il lavoro possa fornire un reddito sicuro rendendo sostenibili i sistemi pensionistici e promuovendo l’integrazione sociale e un assistenza sanitaria di elevata qualità;
-          rafforzare la normativa sociale nell’ottica dell’allargamento dell’ Unione Europea verso gli altri paesi.
Riguardo agli obiettivi previsti per il 2005 è risultato impossibile raggiungerli nel periodo prestabilito ma anche quelli del 2010 rischiano di non essere conseguiti per via degli scarsi progressi ottenuti nel ritardare l’abbandono del mercato del lavoro dei lavoratori più anziani.
La politica sociale ha cercato di rimediare ai fallimenti del mercato tutelando i soggetti più deboli e svantaggiati attraverso la modernizzazione del modello sociale europeo incentrando lo sviluppo delle risorse e la lotta  alle esclusione sociale, attraverso la promozione dell’inclusione sociale mediante azioni prioritarie indirizzate a particolari gruppi quali bambini, anziani, disabili…

 R.M.

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