“La
valutazione della qualità nei servizi” T. VECCHIATO
Nell’area dei servizi alle persone la dimensione qualitativa
è un fattore molto presente,molto dipende dal rapporto di fiducia che viene a
stabilirsi durante la relazione di aiuto.
Nei processi di servizio sono mobilitate risorse di diversa
natura: possono dar luogo a prestazioni o a interventi.
Nel caso delle prestazioni è più facile parlare di:
Standar di prodotto: i processi di servizio danno luogo a
prestazioni.
Standar di processo: i processi di servizio danno luogo a
interventi nel tempo.
Nella valutazione delle qualità si confrontano il punto di
vista dell’utente e dell’operatore.
Il destinatario và coinvolto nel processo di valutazione,
chi chiede il servizio è anche soggetto attivo dello stesso.
Spesso i servizi hanno a che fare con soggetti deboli che
spesso non sono in grado di fare valutazioni per migliorare il servizio loro
rivolto. Bisogna quindi, coinvolgere più persone, esperti che devono dialogare
con gli operatori.
La valutazione può essere realizzata con riferimento ai
processi di servizio, a progetti di attività a diretto contatto con l’utenza, a
programmi di miglioramento o di cambiamento. Una buona scelta del programma di
valutazione deve essere coerente con il problema da trattare. Una volta
definito il problema da trattare è necessario individuare il disegno di
valutazione,del tipo PRE-TEST/POST-TEST senza gruppo di controllo.
Dopo va individuato il modello di progettazione che può far
riferimento a tre tipi di lavoro per i progetti. Modello di progettazione
gerarchico: c’è una concentrazione delle decisioni nella fase preliminare del
progetto. Il numero dei soggetti è limitato e le responsabilità decisionali
sono gestite organizzando un lavoro per compiti distribuiti nello spazio e nel
tempo.
Modello a rete: i soggetti coinvolti collaborano, questo è
basato sulla fiducia reciproca, le decisioni sono decentrate e articolate nel
tempo, la responsabilità è decentrata.
Modello finalizzato: si caratterizza per un esplicito orientamento ai risultati
attesi, definiti già in sede preliminare. Le relazioni sono state stabilite in
base al problema da affrontare. I meccanismi di controllo sono distribuiti nel
tempo.
Modello intermedio: esso parte dalla valutazione preliminare
del problema, dall’analisi della domanda per comprendere la natura del
problema, la sua gravità, la sua dimensione. Il primo risultato di questo
lavoro è il TRACCIATO DI BASE (ci permette di interpretare il contesto). Per
costruirlo è necessario disporre di dati osservativi, dati di archivio, di
analisi basate su colloqui, interviste in profondità, più altri elementi che
servono all’operatore per rappresentare il problema. Secondo Blyte e altri il
tracciato di base può assumere forma grafica, strutturata su due elementi: i valori
della variabile e l’arco temporale.
Le esperienze di valutazione si riferiscono a 3 programmi:
2 nazionali: si tratta di programmi rilevanti il sistema di
welfare, in quanto si riferiscono alla sperimentazione del reddito minimo di
inserimento (RMI.).
Quello locale: si tratta di una esperienza di valutazione
degli interventi a diretto contatto con la persona nell’area anziani.
RMI è finalizzata a dare risposta ai bisogni delle persone e
delle famiglie povere sprovviste di adeguata protezione sociale.
Con il decreto legislativo 237/98. Il Governo ha approvata
la sperimentazione del RMI
Per quanto riguarda il progetto locale è stata realizzata
una esperienza di valutazione presso il comune di Bologna, sul tema della
qualità dell’accesso ai servizi per gli anziani. Il lavoro è stato realizzato
nel 1998 in
un arco di 6 mesi.
La sperimentazione del RMI si inquadra nel processo di
trasformazione del sistema di welfare italiano, che ha visto nel corso del 1998
una serie di passaggi determinanti: il conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali,la partecipazione
al costo delle prestazioni sanitarie, attuazione del RMI, la proposta di legge
per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali
(L.328/00).
VERIFICA E VALUTAZIONE: QUESTIONI GENERALI E SCELTE OPERATIVE – PERCORSI DECISIONALI.
Si possono sviluppare 2 metodologie di lavoro.
LAVORO PER PRESTAZIONE: i sistemi informativi sono pensati
per contabilizzare le prestazioni, le possibilità di controllo sono molto alte,
diventano scarse per il processo di aiuto.
LAVORO DI PROGETTI: il controllo è più orientato sugli
obiettivi.
Nello svolgere un servizio spesso si è portati a sottoporsi
delle domande di natura valutativa,la verifica è un metodo e una strategia per
garantire basi oggettive,che può dipendere da VARIABILI MISURABILI (VERIFICA: comparazione tra quanto si sta
realizzando e quanto è scritto nel progetto; VALUTAZIONE: sull’efficacia di un
interevento), necessario quindi caratterizzare i problemi , gli interventi
sotto forma di FATTORI OSSERVABILI che possono essere caratterizzati come:
VARIABILI RILEVANTI;
VARIABILI AFFIDABILI cioè capaci di produrre indicazioni
stabili;
VARIABILI VALIDE cioè capaci di corrispondenza tra il
fattore da sottoporre a misurazione e la variabile utilizzata per misurare;
VARIABILI SENSIBILI capaci di discriminare valori diversi;
VALORI EFFICENTI i costi del loro utilizzo non devono
scoraggiare l’attività di verifica.
La verifica preliminare serve per evitare errori di
diagnosi, interventi inutili e conseguenti sprechi di risorse.
Vi è anche una valutazione intermedia che può portare anche
alla chiusura anticipata del contratto quando non ci sono condizioni per
proseguire.
Fase finale: comprende la corrispondenza tra efficienza ed
efficacia: SODDISFAZIONE.
QUALITA’ E FORMAZIONE
Limiti della
formazione
La formazione si esplica nei due ambiti principali:-
-
A LIVELLO DI BASE: prima che prende avvio l’esperienza
professionale;
-
IN SERVIZIO: (corsi di formazione ed aggiornamento).
La formazione di base è fondata sulla riproduzione dei
saperi, anche per quanto riguarda la formazione abbiamo una verifica che ci
permette di verificare che la comprensione degli apprendimenti essenziali sono
stati appresi.
Dopodiché si va a verificare l’efficacia, nel senso di
osservare se quella cosa si sa fare e poi si vede l’efficienza se cioè quella
cosa si fare con una certa rapidità.
La promozione della qualità nella legislazione.
I principi dell’azione della P.A. sono:
- BUON ANDAMENTO;
- IMPARZIALITA’;
- RESPONSABILITA’;
- PRINCIPIO DI LEGALITA’;
- DIRITTI DEI CITTADINI.
Con direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del
27 gennaio 1994 sono stati emanati i “principi sull’erogazione dei servizi
sociali”,che ha lo scopo di favorire l’uguaglianza in senso sostanziale,stabilendo
precise priorità per l’accesso ai servizi in funzione dei bisogni.
La direttiva è divisa in 3 titoli:
- PRINCIPI
FONDAMENTALI;
- STRUMENTI;
- TUTELA.
I principi fondamentali sono:eguaglianza;imparzialità;
continuità; diritto di scelta; partecipazione;efficienza ed efficacia.
Gli strumenti per la realizzazione dei principi sono:
1. adozione di standard: i soggetti erogatori del servizio
definiscono standard di qualità e quantità
2. semplificazione delle procedure
3. informazione agli utenti
4. rapporti con utenti: (U.R.P.);
5. dovere di valutazione della qualità dei servizi
6. rimborso
TUTELA – Procedure di reclamo (per migliorare la qualità del servizio).
Il reclamo può essere presentato oralmente, per iscritto,
via fax o telefonicamente.
Devono essere comunicati il nome del dipendente,
responsabile del procedimento e i tempi di risposta. La motivazione del reclamo
costituisce oggetto di valutazione per migliorare la qualità del servizio.
-
Comitato permanente per l’attuazione della carta dei
servizi pubblici: è istituito presso la Presidenza del Consiglio ed ha il compito di
impulso, controllo, vigilanza
-
Sanzioni per la mancata attuazione della direttiva. La
mancata osservazione dei principi della direttiva è valutata per l’applicazione
delle sanzioni previste dalla L.29/93.
Qualità nei servizi socio-sanitari e management aziendale.
Il processo di aziendalizzazione del servizio sanitario
nazionale (S.S.N.) avviato con il Dlg 502/92 e successive modificazioni che ha
portato alla creazione delle aziende USL e delle aziende ospedaliere, come pure
il Dlg 229/99 (norme per la razionalizzazione del S.S.N.) è lo strumento per
assicurare livelli uniformi di assistenza, mantenendo il principio della
“copertura sanitaria”
La qualità nei servizi socio sanitari può essere di tre
tipi:
- QUALITA’
MANAGERIALE: raggiungere lo scopo nel modo più funzionale ed economico.
- QUALITA’
TECNICHE: strutture logistiche e attrezzature per gli operatori.
- QUALITA’
PERCEPITA: soddisfazione dell’utente
CONDIZIONI DI QUALITA’ NEL LAVORO PER PROGETTI.
I fattori costitutivi di un progetto sono:-
- la conoscenza approfondita del contesto in cui operare:
ideazione;
- la definizione del problema da affrontare e dei risultati
che si intendono conseguire;
- le risorse;
- lo spazio comunitario ed il tempo (inizio e fine del
progetto);
- l’attività di verifica e valutazione.
Il lavoro per progetti si scinde in tre tipologie (3 modelli
di lavoro per progetti):
- modello
gerarchico: ha lo scopo di concentrare le decisioni nella fase preliminare
del progetto;
- modello
a rete: Significa decentrare decisioni, articolarle nel tempo, ciò
richiede la costruzione di un sistema di fiducia.
Quando questi 2 modi non hanno significato. C’è quindi
bisogno di scegliere il modello più idoneo ovvero il Modello Finalizzato:
garantire la produzione di risultati contrattualmente definiti, impostando le
relazioni in modo funzionale al problema da affrontare.
LA COSTRUZIONE PARTECIPATA DEL PROGETTO
Un primo passo per la costruzione partecipata del progetto è
quello di capire chi ha interesse a realizzarlo L’analisi dei soggetti può
svilupparsi tendendo conto che non tutti possono essere cointeressati. Si può
parlare quindi di SOGGETTI ATTUALI (quelli già coinvolti) e SOGGETTI POTENZIALI
( quelli con cui sarebbe auspicabile condividere obiettivi e responsabilità).
Lo stesso vale per le risorse.
Si passa infine alla
funzione di coordinamento.
Coordinamento gerarchico – Funzionale - . Il modello
burocratico ha bisogno del coordinamento Gerarchico perché deve concentrare nel
tempo e nello spazio le decisioni. Non è così per il modello a rete dove
l’efficacia del coordinamento dipendono dalla documentazione del progetto.
L’obiettivo dei servizi non è solo quello di tenere in vita
o guarire, ma anche quello di prendersi cura della qualità di vita della
persona. Questo può essere attuabile quando si lavora per progetti
personalizzati.
Ciò determina la necessità di una analisi delle sue
problematiche basate sulla sua storia e sul suo decorso di vita. La persona va
AIUTATA AD AIUTARSI,possono essere indicati due approcci di presa in carico,
uno si può definire della DOMANDA, e l’altro del PROBLEMA.
Presa in carico della domanda:
- richiesta
del bisogno;
- erogazione
della prestazione
L’intervento è poco flessibile, non permette di fare
valutazioni di efficacia e di efficienza.
Presa in carico del problema:
- richiesta
del bisogno;
individuazione delle cause,riconoscimento della globalità
della persona(GRUPPO DI PROGETTO: famiglia, parenti, volontari
La valutazione di esito nel lavoro a diretto contatto con l’utenza A.POMPEI
SCHEDA PRE-AMMISSIVA :per raccogliere notizie utili per
gestire meglio l’accoglienza e definire
i primi interventi.
CARTELLA: raccoglie tutte le informazioni necessarie per
definire il problema. Si tratta di una sintesi ragionata della storia della
persona, le informazioni vanno raccolte nei primi 30 – 45 gg. Della presa in
carico (sono riservate nel rispetto della privacy). Le informazioni di
interesse professionale sono relative:-
- a
chi presenta la domanda;
- alla
storia della persona e al suo mondo vitale;
- all’eventuale
storia del rapporto con i servizi
SCHEDE DI SINTESI: descrizione della situazione sotto forma
di concetto.
SCHEDA PER LA REGISTRAZIONE DELLE RICHIESTE DELL’UTENTE:
registra i bisogni, le esigenze dell’utente.
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