l’attuazione della legge 328/00 in Campania
La regione Campania è stata la prima a dare attuazione alle disposizioni della legge 328/00, da un lato c’era l’esigenza di un cambiamento culturale nei processi di rappresentazione, nei linguaggi e nelle relazioni; dall’altro c’era la necessità di fare i conti con una realtà territoriale legata al concetto della solidarietà assistenziale.
Due sono stati i provvedimento che hanno dato avvio in Campania all’attuazione della 328, deliberati dalla Giunta regionale:
N° 1824: ripartisce il territorio regionale in ambiti territoriali costituiti dai vari Comuni per creare un sistema locale di servizi sociali che coincidono con i distretti sanitari dell’ASL di riferimento;
N° 1826: detta le linee guida che indicano metodi e contenuti, le regole alle quali devono riferirsi per la definizione dei Piani di Zona sociali.
Infatti per la definizione dei piani di zona, la regione Campania si è rifatto alle disposizioni della legge quadro, le prime linee guida furono emanate nel 2002 e hanno costituito l’ossatura di quelle successive.
Le linee guida sono definite idee-forza che prevedono Welfare di responsabilità, diritti di cittadinanza, sicurezza, inclusione, partecipazione,coprogettazione, pianificazione, politiche integrate, sviluppo del territorio, contrasto alle povertà ecc.. sono questi i presupposti sui quali è dovuta costruirsi la nuova programmazione sociale.
Il piano di zona è un piano regolatore di strutture, servizi e interventi di carattere sociale e socio-sanitario in un certo ambito territoriale (52 sono i distretti sanitari).
Le linee guida hanno offerto una sequenza di tempi e modalità di percorso:
· ambito territoriale: area geografica all’interno della quale vengono programmati e realizzati nuovi sistemi di politiche sociali;
· coordinamento istituzionale: organismo cardine che predispone il Piano di zona, facevano parte i sindaci dei comuni aderenti, infatti l’onere della prima convocazione venne affidato al sindaco del comune con maggiori abitanti, ed è stato chiamato a prendere diverse decisioni fondamentali. In più il comune capofila stabilisce tempi e modalità e approva il Piano compreso i raccordi coi soggetti della solidarietà sociale presenti nel territorio, ed infine la quota finanziaria con la quale si realizza il piano;
· ufficio di Piano: è il soggetto esecutore delle decisioni politiche assunte dal Coordinamento, ed è costituito dal personale distaccato dai singoli comuni;
· protocollo di intesa: è il primo atto ufficiale sottoscritto dai membri del Coordinamento e sancisce la volontà di procedura del Piano nel rispetto delle linee guida. Il protocollo d intesa è ratificato da ogni Comune e inviato al Comune capofila che lo trasmette la Regione che a sua volta lo verifica e in caso positiva avvia il finanziamento;
· gruppo di piano: è il motore originario del processo,nel quale si sono riuniiti su decisione del coordinamento, tutti i soggetti della realtà territoriale per rivelare le condizioni di bisogn e assicurare risposte.
I passaggi compiuti dal Coordinamento istituzionale e dal gruppo di piano sono mirati alla definizione del piano:
- la base conoscitiva: riguarda la fase di raccolta dei dati e le informazioni per effettuare una diagnosi del territorio e quindi: aspetti morfologici,economici occupazionali,dati demografici,i servizi esistenti per le aeree (minori,anziani,disabili previsti dalla 328), la mappa dei progetti in atto, la mappa dei soggetti che partecipano;
- la costruzione delle risposte: è la fase cruciale per stabilire cosa realizzare e come per raggiungere risultati efficaci ed efficienti. Ogni progetto parte da obietti volti a risultati attesi, delinea le azioni da compiere e le risorse,i soggetti e i destinatari, i tempi, le modalità,gli strumenti ed infine verifica e valutazione;
- la stesura del piano: è importante in questa fase assicurare le modalità di gestione, relativi strumenti, in particolare la durata, il sistema di monitoraggio e di valutazione;
- l’approvazione e presentazione: dopo la serie di fasi segue l’approvazione del piano e la sua trasmissione al comune capofila, la procedura di approvazione,sancita nell’art 19 della 328/00, è consentita nella trascrizione di un programma tra soggetti che hanno partecipato alla definizione di esso;
- l’accordo di programma: disciplinato dall’art 34 della 267/00, è uno strumento che conferisce vincolo di obbligatorietà per gli enti che hanno sottoscritto, ottenuta l’approvazione, il piano può avere effetto attraverso l’utilizzo delle risorse, costituite dal fondo nazionale,regionale e dal POR;
- valutazione e verifica: essa è caratterizzata da quella conclusica,preventiva e quella in corso d’opera.
La redazione del Piano di Zona del 2007/2009 Regione Campania
Il piano di zona della regione campania è stato redatto attraverso due fasi:
- ha coinciso con la stesura del primo pezzo, la programmazione integrata ASL e comuni, e la definizione del relativo quadro finanziario;
- ha riguardato la definizione del piano, compreso le strategie relative agli interventi, con l’articolazione dell’assetto istituzionale,gestionale e finanziario. Questa fase si conclude con la sottoscrizione dell’accordo tra gli enti partecipanti al coordinamento istituzionale.
La stesura del Piano 2007-2009, importante con il nuovo piano di zona non tralasciare la conoscenza dei bisogni del territorio, rafforzare il coinvolgimento di tutti gli attori locali e rivolgersi ai beneficiari direttamente.
- CONVOCAZIONE DEL COORDINAMENTO ISTITUZIONALE PER DARE MANDATO ALL’UFFICIO DI PIANO PER LA REDAZIONE DEL PIANO;
- RIUNIONE TRA IL COORDINAMENTO ISTITUZIONALE E DELL’UFFICIO DI PIANO PER LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI PRECEDENTI (VERIFICA);
- ATTIVAZIONE DEI SOGGETTI COINVOLTI: ORGANIZZAZIONI SINDACALI, TERZO SETTORE ECC.. (CONFRONTO)
- RIUNIONI TRA COORDINAMENTO ISTITUZIONALE E UFFICIO DI PIANO PER LA DEFINIZIONE DEL PIANO D’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA (COSTRUZIONE DELLE RISPOSTE);
- SOTTOSCRIZIONE DEL PROTOCOLLO D’INTESA TRA COMUNI E ASL;
- RIUNIONI DEL COORDINAMENTO IST. E UFFICIO DI PIANO PER RIELABORARE I RISULTATI;
- ADOZIONE DEL TESTO FINALE DEL PIANO E SOTTOSCRIZIONE DI APPOSITO ACCORDO DI PROGRAMMA;
- SOTTOSCRIZIONE DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA TRA COMUNE CAPOFILA E ASL;
- DEFINIZIONE DEL QUADRO FINANZIARIO A SOSTEGNO DEGLI INTERVENTI PROGRAMMATI.
La quota che ogni comune deve impegnare nel proprio bilancio da spendere solo per gli interventi previsti nel piano di zona, è confermata per un minimo di 5 € per abitante.
Tale fondo si aggiunge a quelli già stanziati anche quelli previsti dalla Regione Campani e dal fondo Nazionale, nonché quelli delle ASL per la componente socio-sanitaria e del POR.
Anche la valutazione del piano segue un impianto dettato dalla legge e assorbita dalla riforma del titolo V della Costituzione, ci sono dunque tre livelli di competenze, regionale, provinciale e zonale.
La valutazione non p solo prescritta, ma deve essere interattiva e dialogica, capace di coinvolgere tutti i soggetti,con interviste, focus-group per cogliere le aspettative della gente e constatare i risultati.
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