POSTMODERNISMO E SERVIZIO SOCIALE
Quale futuro per la pratica professionale
CHRISTOPHER HALL
Hall vuole esaminare gli sviluppi
del ruolo e della natura del servizio sociale con i minori e le famiglie del
Regno Unito.
Il servizio sociale si è
sviluppato dal compromesso liberale, occupando lo spazio tra la sfera pubblica
e la sfera privata.
La posizione del servizio sociale
è sempre stata incerta. Non avendo radici adottò un ruolo di mediazione tra
istituzioni, individui e famiglie. Nel Regno Unito la professione ha raggiunto
il suo apice negli anni ‘ 60 quando vennero costituiti i dipartimenti per i
servizi sociali, strutture che offrivano potenziali soluzioni ad un insieme di
problemi sociali e comunitari. Il servizio sociale fu in grado di colmare le
lagune lasciate dalle istituzioni dello stato sociale in maniera così efficace
da assumere il titolo, nel corso degli anni’ 70, “quinto servizio sociale”.
L’assistente sociale occupava ancora un ruolo non definito nella Pubblica
Amministrazione. Più avanti i dipartimenti per i servizi sociali istituirono il
ruolo dell’A.S. come facente riferimento al SOCIAL CASEWORK: una teoria dei problemi personali e familiari da
cui deriva una terapia basata sulla psicologia dell’io e sulla pratica
psico-dinamica in base alla quale gli individui problematici potevano
raggiungere un miglioramento della loro esistenza. All’inizio degli anni ‘ 60
l’assistente sociale era visto come un operatore che sapeva offrire una serie di servizi e che erano responsabili
della situazione complessiva dell’intera famiglia. Verso la fine degli anni’ 70
nel Regno Unito il servizio sociale, i dipartimenti e più in generale il
walfare state , divennero il bersaglio di critiche sempre più frequenti .( I
dipartimenti furono definiti troppo estesi, eccessivamente burocratizzati,
senza tatto e irresponsabili nei confronti delle persone). Le elezioni del 1979
portarono al potere il governo THATCHER . La nuova destra promosse la
responsabilità individuale e un ruolo ridotto dello Stato all’interno della
vita delle persone. A metà degli anni’ 80 si cominciò ad introdurre una
legislazione che propose anche per i servizi di malfare dei metodi che
normalmente erano associati all’industria privata. Il governo Thatcher apportò
modifiche all’organizzazione dei servizi del walfare. La prima modificazione fu
l’introduzione obbligatoria del sistema degli appalti, dove gli enti locali
avrebbero dovuto affidare i servizi a coloro che facevano l’offerta più
economica.
(Per limitare la spesa – la
recessione economica anni’ 70 e l’aumento della disoccupazione misero sotto
accusa la spesa pubblica). Nella legislazione furono introdotti una serie di
punti che caratterizzavano il programma di WALFARE
THACTHERIANO era caratterizzato da:-
- separazione
da acquisto ed erogazione di prestazioni: nel servizio sociale questo
modello è stato applicato nel Regno Unito ed é chiamato case management (
gestione del caso), esso comporta la separazione organizzativa di compiti
tra coloro che valutano il problema e coloro che erogano le prestazioni
relative.
- Privatizzazione:
molti dipartimenti del servizio sociale hanno sviluppato dei progetti di partenariato,
dove affidano ad una organizzazione di volontariato il compito di portare
avanti un progetto in forma congiunta. (Su vari campi, consultori
familiari, affidamento dei minori, sostegno dei bambini disabili ecc…I
dipartimenti decidano quali siano i progetti necessari e contrattano con
l’organizzazione di volontariato la conduzione di tali progetti.
- Decentramento:il
decentramento dei servizi alle strutture locali ha favorito le riforme
degli anni ‘ 80, con assistenti sociali che si occupavano di aree territorialmente
limitate. Questo processo è stato rivisto negli anni recenti, con i
servizi maggiormente interessati alla loro coerenza interna piuttosto che
al protagonismo della comunità locale nella presa di decisione. Inoltre la chiusura degli uffici periferici
è stato un modo facile per risparmiare denaro.
- Specializzazione:
tendenza in Gran Bretagna di separare sempre i sevizi per i minori da
quelli per gli adulti.
- Managerialismo: il managerialismo è stato definito da John Clarke come una nuova tendenza dei servizi pubblici recepita dal settore privato. In essa è esplicito il diritto per il manager di gestire i servizi sociali e pretendere i risultati da i vari professionisti. Le verifiche di efficienza vengono effettuate in base al numero dei bambini assistiti, al numero di famiglie affidatarie ecc.. Vi è però la possibilità per i dipartimenti, che non raggiungono gli standar prescritti, di vedersi sottrarre le proprie competenze.
R.M.
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