Lavoro di rete ed approccio relazionale:
capacità di azione ed empowerment
nei processi di aiuto. Fabio Fogheraiter
Il sociale presuppone la capacità
di azione dei soggetti ai quali si rivolge.
Il sanitario presuppone invece
l’incapacità di azione dei soggetti ai quali si rivolge, in quanto nella logica
della sanità si diceva che quanto più il paziente ha la pazienza di sopportare
senza agire, tanto meglio é. L’operatore sociale deve aiutare le persone che si
rivolgono a lui, tenendo presente che conta la capacità di azione degli utenti,
anche se è una capacità che evidentemente non c’è. Secondo Folgheraiter
guardare la capacità di azione di chi non ne ha vuol dire: superare il concetto
di utente, pensare simultaneamente che l’utente c’è e non c’è (ovvero che è
un’entità che non la si trova da una “parte sola”); superare il concetto di
esperto, pensare simultaneamente che l’esperto c’è e non c’è (anche questa
entità non è da una “parte sola”). La relazione di aiuto classica è basata
sull’idea che da una parte della scrivania siede l’esperto e dall’altra colui
che ha bisogno di aiuto. In realtà dobbiamo guardare al di là delle apparenze,
dobbiamo riuscire a vedere che l’utente e l’esperto siedono contemporaneamente
di qua e di là. Superare l’idea che ci sia un oggetto del lavoro sociale,
cioè una persona da modificare, superare
l’idea che l’operatore abbia uno schema predefinito.
( L’operatore deve avere delle
direzioni in testa ma non obiettivi).
Le risorse dell’operatore sociale
sono le risorse dell’utente.
Nel sanitario se mi fratturo il polso, tutto sta nelle mani
del medico che utilizza le risorse dell’ambiente clinico.
Nel sociale l’utente porta la conoscenza
vissuta, diretta del problema che, anche se troppo coinvolta e confusa, ci
permette di comprendere la vera entità del problema. A volte l’utente ha già in
mente un’ idea di una possibile risoluzione e spiega all’assistente sociale,
anche senza volerlo, implicitamente quali sono le risorse su cui si può basare
per l’intervento.
IL LAVORO DELLA RETE è l’esperienza della rete di fronteggiamento
(coping) che si struttura naturalmente, lavoro o sforzo che fanno
persone/operatori che si danno da fare in collegamento tra loro, in vista di
qualche condivisa finalità.
Tali persone si definiscono”AGENTI INFORMALI”.
IL LAVORO DI RETE è un lavoro indirizzato verso la rete naturale,
la quale già lavora per conto suo. Rete messa in atto dall’operatore che opera
insieme ad altri professionisti.
Ciao ogni corpo,
RispondiEliminaMi chiamo signora Monica Roland. Vivo nel Regno Unito a Londra e oggi ho una donna felice? e ho detto a me stesso che era la mia vita, che era la mia vita, che sarebbe stata la mia vita, avevo bisogno di un prestito di $ 250.000,00 per Inizia la mia vita dappertutto Sono una madre single con 3 figli Adoro questo con un prestito di $ 250.000,00 Dollaro USA, è un DIO che teme l'uomo, se hai bisogno di un prestito rimborserai il prestito, ti preghiamo di contattarlo per dirglielo Monica Roland che ti rimanda a lui. contattare il sig. Andre Fundt Bone via e-mail:
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