La Strategia Europea
coordinata per l’Occupazione (SEO)
Nel 1993 nasce il libro Bianco di
Jack Delors allora presidente della Commissione europea ed era il primo compito
della comunità per individuare efficaci misure per promuovere l ‘occupazione,
attraverso questo documento il problema dell’occupazione e della
disoccupazione sono al centro degli
interessi della comunità un vero è proprio cambio di direzione intrapreso dal Trattato di Maastricht 1992 dove nasceva una politica monetaria
orientata verso una stabilità e verso il risanamento dei bilanci pubblici con
una grande attenzione alle politiche in grado di accrescere la competitività
promuovendo l’innovazione e lo sviluppo. Il progetto di Delors si ispira a
KEYNES secondo il quale i soli
meccanismi del mercato non sono in grado di ottenere il pieno sviluppo dei fattori
produttivi del lavoro, quindi deve intervenire la politica economica per
correggere le disfunzioni del sistema capitalista realizzando così un
equilibrio tra la domanda e l’offerta caratterizzato da una sottoccupazione è
necessario l’intervento dello stato attraverso adeguate misure di politica
economica e finanziaria bisogna cosi
lasciare anzi abbandonare i principi del lassez faire che caratterizzano la teoria
classica economica.
Solo con il Consiglio europeo di
Essen del dicembre 1994 che sono state definite le linee di intervento della
strategia di lotta alla disoccupazione attraverso un miglioramento delle
prospettive occupazionali attraverso 5 punti:
1-abbassamento dei costi
salariali indiretti (per favorire le assunzioni in particolare dei lavoratori
meno qualificati);
2-incremento di una politica del
mercato del lavoro definendo le misure
di integrazione del reddito;
3- promozione di investimenti
nell’educazione e nella formazione;
4- migliorando e promuovendo la
flessibilità del lavoro in grado di creare posti di lavoro e incoraggiare
iniziative locali e regionali;
5-rafforzare le misure a favore
dei gruppi particolarmente colpiti dalla disoccupazione di lunga durata.
Sulla base di tali priorità i
singoli stati membri si sono impegnati ad elaborare Piani Nazionali per
l’Occupazione che rappresentano il
fondamento delle politiche occupazionali di ciascun paese e sono il riferimento
principale delle dinamiche proprie del mercato del lavoro nazionale e delle
strategie programmate e attuate per far fronte ai problemi strutturali che penalizzano
l’occupazione.
La lotta alla povertà e all’esclusione sociale passa attraverso lo
sviluppo dell’occupazione che è diventato l’oggetto di alcune importanti prese
di posizione nell’ambito del Consiglio Europeo
che ha indicato le linee guida per favorire la crescita occupazionale in
tutta L’Unione, la situazione del mercato del lavoro varia da zona a zona
infatti ci sono alcune zone dove la domanda di lavoro coincide con l’offerta di
manodopera mentre in altre zone tra la domanda di lavoro e l’offerta di
manodopera ci sono delle differenze in quanto
l’offerta di lavoro è aggravata dalla presenza di disoccupati a rischio
di esclusione sociale per obsolescenza delle conoscenze e competenze
professionali tale fenomeno viene chiamato Disoccupazione Strutturale è
una delle cause di questa disoccupazione è proprio la mancanza di manodopera
competente professionalmente in grado di adattarsi ai cambiamenti nel modello
di domanda nei vari processi produttivi, il problema della disoccupazione
strutturale è grave per coloro che restano a lungo senza lavoro perdendo del
tutto l’attitudine e l’abilità ad inserirsi nell’ambiente di lavoro quindi si
ha bisogno per migliorare la situazione di creare soluzioni che rendono
necessarie, per le regioni meno avanzate, sostegni per promuovere gli investimenti e
migliorare la base economica mentre per le regioni dove la disoccupazione è più elevata
necessitano di aiuti per facilitare il trasferimento dell’occupazione verso i
settori in crescita, però in tutte le regioni è indispensabile una certa
flessibilità nel lavoro per favorire un incremento dell’occupazione ed
assicurare ai gruppi svantaggiati un
adeguato sostegno.
La commissione nel 1996 ha presentato la Comunicazione Azione
per l’Occupazione in Europa : un Patto di Fiducia, obiettivo del patto era
quello di favorire un approccio collettivo alle problematiche occupazionali attraverso la mobilitazione delle autorità
pubbliche e delle parti sociali, questa fu anche adottata nel trattato di
Amsterdam nel 1997 che diventò parte integrante di esso.
Nel 1997 il trattato di Amsterdam
precisa che tra i compiti dell’Unione rientra al promozione dell’occupazione
questo rappresenta una grande svolta per la politica occupazionale in quanto
con esso si è provveduto ad aggiungere
al trattato un nuovo titolo dedicato interamente all’occupazione il titolo
VIII.
Il titolo VIII dichiara che l’occupazione è una questione di
interesse comune per gli stati membri che richiede una strategia integrata di
tutti gli operatori interessati con l’obiettivo di eliminare un elevato livello
di disoccupazione, i capi di stato e di governo hanno deciso di applicare le
nuove norme del titolo anche prima che entrasse in vigore il trattato di
Amsterdam in modo da avviare anticipatamente le strategie occupazionali. Al
fine di dare immediato corso al coordinamento il Consiglio Europeo si è riunito
in seduta straordinaria a Lussemburgo
1997 ponendo le fondamenta dell’azione futura dell’Unione ed è stato
avviato il processo definito appunto Lussemburgo destinato a contrastare la
disoccupazione attraverso politiche più attive a sostegno del lavorala
cosiddetta SEO(strategia europea
dell’occupazione) si basa su 4
pilastri operativi:
1.
Occupabilità
si riferisce alle competenze delle persone i cerca di lavoro, gli stati possono assicurare che le persone
in cerca di lavoro dispongono di competenze ed esperienze richieste dal
mercato, per realizzare tale obiettivo bisogna offrire opportunità di
formazione, tirocini pratici, ridurre il tasso di abbandono scolastico….;
2.
Imprenditorialità prevede la creazione di nuovi posti di lavoro
attraverso la promozione dell’imprenditoria cioè sostegno allo sviluppo delle
imprese, per realizzare questo obiettivo gli stati devono agevolare la
creazione di nuove imprese attraverso: l’identificazione di ostacoli, riduzione
di oneri fiscali, individuare la creazione di posti nell’impresa del sociale(
es. volontariato, cooperativi sociali…);
3.
Adattabilità mira ad accrescere la capacità di adattamento
delle imprese e dei loro lavoratori alle nuove tecnologie ed ai nuovi
cambiamenti strutturali dell’economia attraverso la creazione di partnership a diversi livelli;
4.
Pari Opportunità deve assicurare alle donne e
agli uomini uguali opportunità di lavoro e di carriera attraverso l’integrazione
nel mercato del lavoro anche per i disabili.
Sulla base della SEO l’Unione ha il compito di individuare ogni
anno gli Ordinamenti per l’Occupazione in base ai quali ciascuno stato
membro è tenuto a redigere il proprio Piano di Azione Nazionale il PAN che viene sottoposto all’esame della
Commissione e del Consiglio, tale documento contiene l’impegno dello stato
membro ad accrescere gli investimenti
nelle risorse umane nel corso dell’anno al fine di favorire la creazione di
nuovi posti di lavoro.
Il relativo successo della SEO a partire dal 1997 ha dimostrato che
l’occupazione resta un problema rilevante per l’Europa così in occasione degli
obiettivi strategici per il periodo 2000/2005 la commissione ha avvertito la
necessità di ribadire l’obiettivo della piena occupazione al fine di
riavvicinare il tasso di disoccupazione europeo
a quello ei paesi più efficienti nel mondo, anche il Parlamento europeo
nel 2002 ha
proposto di dare seguito agli impegni assunti attraverso l’avvio di attività
comunitarie con strategie che sono durate fino al 2006.
R.M.
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